Incontro con la scrittrice Viola ARDONE – 22 maggio 2025

Un viaggio tra parole, emozioni e memoria: Sant’Elia Fiumerapido incontra Viola Ardone, e la scuola si fa comunità viva

Nazario Malandrino

Dirigente Scolastico

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Un viaggio tra parole, emozioni e memoria: Sant’Elia Fiumerapido incontra Viola Ardone, e la scuola si fa comunità viva

 

Sant’Elia Fiumerapido, 22 maggio 2025 – Certe giornate restano impresse nella memoria come pagine indimenticabili di un libro letto d’un fiato. È quanto accaduto stamane nella chiesa di San Sebastiano, trasformata in un teatro della parola e dell’anima, dove la voce della scrittrice Viola Ardone ha incontrato gli sguardi attenti e sinceri degli alunni dell’Istituto Comprensivo di Sant’Elia Fiumerapido.

Un evento che è stato molto più di un semplice “incontro con l’autore”: è stato un intreccio di musica, letteratura, comunità, in cui il romanzo Il treno dei bambini ha preso vita non solo nei racconti, ma nel silenzio partecipe, negli occhi lucidi, nelle parole dei ragazzi, nella presenza di genitori, insegnanti e cittadini.

Promosso e fortemente voluto dalla prof.ssa Angioletta Coletta, il progetto “Incontro con l’autore” ha saputo tessere una trama pedagogica densa di senso e bellezza. Tutte le classi della Scuola secondaria di primo grado, insieme alle quinte della Scuola primaria di tutti plessi, hanno partecipato attivamente, rendendo l’iniziativa un vero e proprio rito collettivo. One Book, One Community è il caso di dire, per queste belle pagine condivise da Olivella ai plessi del capoluogo, a Vallerotonda.

A dare il via all’evento, l’esibizione musicale degli alunni diretti dalla prof.ssa Marina Fionda. Le note e le voci di Volevo essere un duro di Lucio Corsi hanno avvolto l’ambiente, creando un ponte sonoro tra la sensibilità infantile e la forza poetica del romanzo. La musica, ancora una volta, ha aperto spazi emotivi di ascolto e accoglienza.

Dopo l’introduzione affidata agli studenti, è stato proiettato un breve estratto del film Il treno dei bambini di Cristina Comencini, con un cast d’eccellenza: Stefano Accorsi, Serena Rossi, Barbara Ronchi. Una sequenza intensa, tratta dal lungometraggio uscito su Netflix nel dicembre 2024 e candidato ai David di Donatello 2025 per la colonna sonora di Nicola Piovani, ha restituito con toccante realismo la storia del piccolo Amerigo Speranza, simbolo di tanti bambini del dopoguerra italiano coinvolti nei viaggi della felicità.

E poi è arrivata lei, Viola Ardone, accolta da un lungo applauso. Con grazia e autenticità ha risposto alle domande degli studenti, senza mai banalizzare, trovando sempre il tono giusto per ogni curiosità. Si è parlato di infanzia e identità, di povertà e sogni, di ferite e guarigione. Ma anche – e soprattutto – di possibilità. Perché, come ha sottolineato la scrittrice, “le parole possono salvare, quando sono accolte”.

E di accogliere e ispirare ha poi parlato il Dirigente Scolastico, prof. Nazario Malandrino, che ha saputo offrire un’interpretazione pedagogica profonda e attuale del romanzo, ricordando con forza la responsabilità educativa collettiva che ci lega tutti:

“Viola Ardone ci fa riflettere collettivamente su un tema ancora attuale: il diritto all’infanzia, alla cura, alla crescita in contesti educativi e familiari capaci di restituire dignità e futuro ai più piccoli. In un tempo in cui è urgente riscoprire il senso profondo della comunità educativa, Il treno dei bambini ci invita a guardare con attenzione e responsabilità al rapporto pedagogico con i minori, inteso come compito collettivo e permanente.”

Ma è stato l’intervento di Viola Ardone a lasciare un segno indelebile. Intensa, appassionata, generosa, la scrittrice ha parlato con i ragazzi, non “ai” ragazzi. Si è seduta tra loro, li ha guardati negli occhi, ha ascoltato le loro domande con attenzione e ha risposto senza mai scivolare nel didascalico.

«Amerigo – ha detto – è un bambino che parte per un viaggio reale, ma anche simbolico: come tutti voi, sta cercando un posto nel mondo. Quello che perde e quello che trova lungo il cammino sono le stesse cose che incontriamo tutti, crescendo: la nostalgia, la rabbia, il coraggio di cambiare, la fame d’amore.»

Ha parlato di scelte difficili, di madri che lasciano andare, di paesi che dimenticano e poi ricordano. Ma soprattutto ha saputo far emergere, con parole semplici e potenti, la dignità dei bambini del dopoguerra, che viaggiavano verso Nord nei “treni della felicità” senza sapere che stavano attraversando l’Italia per trovare un futuro.

«Scrivere questo romanzo – ha confidato – è stato come cucire una stoffa antica con un ago moderno. Ho cercato di dare voce a chi l’ha persa per troppo tempo. E ogni volta che ne parlo con i ragazzi, come oggi, sento che quella voce continua a vivere, a muovere pensieri, a cambiare qualcosa.»

Nel silenzio attento della platea, Viola Ardone ha raccontato anche come le sue esperienze di insegnante abbiano nutrito il romanzo:

«La scuola mi ha insegnato a leggere le persone, non solo i libri. Per questo quando scrivo penso ai miei studenti, al loro modo unico di vedere il mondo. Anche Amerigo, in fondo, è un mio alunno.»

Il momento dell’incontro ha raggiunto una dimensione quasi teatrale nella sua autenticità: applausi, sorrisi, occhi lucidi. Come quando la scrittrice ha stretto in un abbraccio la signora Irma, 95 anni, lettrice appassionata, che si è alzata per ringraziarla dopo aver letto tutti i suoi romanzi: un gesto che ha commosso tutti.

Presenti anche l’Assessore Fionda, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, l’avv. Claudia Sofia, presidente del Consiglio d’Istituto, e la giornalista Angela Nicoletti, che hanno sottolineato l’importanza del dialogo continuo tra scuola e territorio. Significativi anche gli interventi di don Remo Marandola e dei genitori del Consiglio d’Istituto, che hanno collaborato attivamente alla riuscita dell’evento.

A suggellare la giornata, la consegna di un piatto in ceramica artistica realizzato dagli studenti nel laboratorio scolastico e una selezione di libri su Sant’Elia e Cassino donati dalla scuola e da Bruno Vacca, già Sindaco e oggi guida dell’associazione Terra di Lavoro per la legalità, partner nel progetto “Dalla Favola alla Comunità Solidale”.

A chiudere l’evento, le parole della prof.ssa Coletta, che ha ricordato come tutto sia nato da una proposta estiva del Dirigente Scolastico:

«Ho letto il libro con commozione e piacere, e l’ho sentito subito vicino ai nostri studenti. Oggi posso dire che è stata una scelta felice, giusta, necessaria.»

E ha concluso così:

«La lettura è il treno più potente che possiamo prendere: non ha binari, ma apre strade dentro di noi. Ci porta lontano, ci fa conoscere il mondo e, soprattutto, ci aiuta a capire chi siamo.»

Un incontro che ha saputo essere molto più di una lezione: un’esperienza trasformativa, che ha reso la scuola luogo di incontro reale tra il passato e il futuro, tra parole scritte e vite vissute. Una tappa indimenticabile nel viaggio educativo di una comunità che continua a credere nella cultura come fondamento di cittadinanza e umanità. In un tempo spesso smarrito, la scuola di Sant’Elia Fiumerapido ha dimostrato che la cultura è ancora un luogo in cui incontrarsi davvero, un ponte tra le generazioni, un faro acceso nel cammino dell’educazione. Un giorno che resterà, come le storie più belle, inciso nel cuore di chi lo ha vissuto.

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